"Dedicato ai figli adottivi,
formidabili guerrieri della resilienza,
equilibristi in bilico tra due mondi amati."

Il libro presenta e analizza i molteplici significati dell’esperienza adottiva, raccontata dalla prospettiva di chi l’ha vissuta e la porta con sé, i figli adottivi.

 

Attraverso diciotto storie narrate in prima persona e con la massima libertà espressiva, sei uomini e dodici donne di diversa provenienza geografica, giunti in Italia per adozione internazionale nella prima o seconda infanzia, ripercorrono i fatti salienti della rispettiva vicenda adottiva e gli episodi aneddotici più rappresentativi degli ostacoli e delle difficoltà che hanno incontrato nel paese di adozione.

 

Vai alle recensioni

Come è strutturata l'opera

Il volume si compone di una premessa ricca di riflessioni e suggestioni personali a cura dell’autrice, diciotto capitoli a ciascuno dei quali è affidata una testimonianza vibrante, e una nota conclusiva di lieto auspicio, con un invito, rivolto ai soggetti coinvolti nell’adozione, a facilitare il progetto adottivo attraverso un rinnovamento di tipo culturale.

 

L’adozione riguarda infatti tutta la società e il percorso adottivo andrebbe inteso non soltanto come riparatorio di un abbandono, ma anche come offerta reale all’individuo adottato dell’opportunità di realizzarsi pienamente come persona.

 

In questo processo di cambiamento, diventa fondamentale ascoltare anche la voce dei figli adottivi, i quali andrebbero considerati come una risorsa preziosa, anziché persone troppo fragili o affette da handicap irreversibili.

 

Il libro tiene a sottolineare che i figli adottivi, in quanto veri protagonisti dell’adozione, sono guerrieri coraggiosi che devono affrontare quanto di più inimmaginabile possa capitare a un essere umano.

Le testimonianze

I diciotto contributi contenuti nel libro forniscono una varietà di vissuti intimi e visuali originali sull’adozione.

Ecco alcune logline:

Jessi, ragazzo di origini brasiliane, vittima di bullismo, disprezza a tal punto il proprio aspetto da provare avversione per se stesso e il paese d’origine;

H.M.B., giovane etiope, vive un senso di alienazione in Italia, si sente come rapita e lamenta l’ingiustizia di non aver potuto scegliere;

per districare i ricordi bui del passato, Katerina compie il viaggio impegnativo verso le origini e scopre di avere due fratelli in Russia;

Diego attraversa molteplici livelli di disperazione e annichilimento nelle droghe, visita la tomba della madre in Cile, e infine risorge a San Patrignano;

Tanja lotta su due fronti per scoprire la verità sulla propria famiglia: l’approccio superficiale della gente alla propria storia adottiva e i pregiudizi verso l’etnia Rom;

Jade ripercorre a ritroso la propria vita, tornando ad abitare nell’orfanotrofio indiano che l’aveva accolta da piccola;

Gioiel, abbandonata dai genitori in pieno giorno in un villaggio del Perù, continua a sognarli e trova la forza di perdonarli.

Il contesto in cui è nato il progetto

Scuola e famiglia non sono gli unici contesti di verifica della buona riuscita di un’adozione, come invece riportano alcune pubblicazioni specialistiche, suscitando di riflesso una preoccupazione in tal senso nei vari attori di queste realtà: genitori, insegnanti e operatori del settore.

 

Oltre alle sfide e alle tensioni della quotidianità dovute a situazioni ricorrenti ma non specifiche dell’adozione (come l’incomunicabilità a casa, le difficoltà di apprendimento e la condotta scolastica), molteplici e ben più severi fattori concorrono a minare il benessere dell’individuo adottato.

 

Sono ascrivibili a retaggi culturali e contraddizioni di una società che da un lato si fregia di modernità e dall’altro è sempre meno accogliente e avvezza ad accettare la diversità.

Le tematiche

Le tematiche sulle quali è incentrato il libro traspaiono dai racconti dei figli adottivi e sono oggetto di approfondimento nei commenti a cura dell’autrice: la discriminazione verso chi è portatore di differenze somatiche; la difficoltà di comprensione e accoglimento di un vissuto difforme; l’importanza del legame di sangue in quanto dispensatore di identità, senso di affinità e sicurezza; la sottesa svalutazione della famiglia adottiva rispetto a quella naturale; l’anteposizione del punto di vista pratico dell’adulto nella scelta adottiva; il peso schiacciante della gratitudine verso i genitori adottivi; il richiamo delle origini a volte poco sostenuto e accompagnato dalla famiglia adottiva; il confronto, spesso osteggiato, con gli elementi sopravvissuti del nucleo familiare originario.

Ciascuna storia riflette anche una visuale positiva sull’adozione, descritta come un percorso lento e tortuoso ma possibile, verso la guarigione dalle ferite emotive e la ricostruzione di un sé frantumato.

Prenota una presentazione del libro