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Elogio alla famiglia adottiva

  • Essere famiglia adottiva: un viaggio controvento
  • La famiglia
  • La coppia
  • Il figlio
  • Che cosa significa dunque formare una famiglia adottiva?
  • L’esperienza adottiva come arricchimento personale
  • La famiglia adottiva, un faro in un’epoca di trasformazioni incerte

Tempo di lettura: 3 min

Essere famiglia adottiva: un viaggio controvento

Famiglia meno vera, famiglia di seconda categoria, famiglia surrogato della famiglia biologica…

Quanti pregiudizi, tabù e stereotipi ha dovuto affrontare la famiglia adottiva nel corso del tempo! Quante famiglie adottive hanno lottato contro etichette improprie a convinzioni infondate per far valere la loro autenticità e importanza nel tessuto sociale!

Ogni famiglia nel suo insieme e i suoi componenti individualmente hanno tracciato e continuano a tracciare un percorso coraggioso e meritevole di grande considerazione. Ecco in che modo lo fanno:

La famiglia

  • nasce da un progetto che si presenta da subito impegnativo e non privo di ostacoli per tutti i suoi componenti;
  • costruisce se stessa lentamente giorno per giorno, combatte per diventare famiglia e conquistare quello status che le famiglie naturali ottengono in automatico nel momento in cui si formano: l’essere considerate da subito una vera famiglia;
  • compie un passaggio mentale encomiabile nella comprensione di un concetto differente di famiglia: adottare non significa diventare genitori, ma mettersi a disposizione per offrire un’opportunità a un altro essere umano; essere adottato non significa adattarsi o non adattarsi al ruolo di figlio, ma cogliere un’opportunità di realizzarsi pienamente come persona.

La coppia

  • dimostra un impegno autentico nel creare una famiglia, nonostante le difficoltà emotive e pratiche che ciò comporta sin dall’iter adottivo: infatti, nel considerare l’adozione come un modo per formare una famiglia, ci sono coppie scoraggiate dalle tempistiche, dai costi e dalle diverse tappe del percorso;
  • fa un salto nel buio accogliendo personcine di cui sa poco o niente, poiché le informazioni sulla loro storia e la scheda sanitaria sono spesso incomplete: ciò può limitare la possibilità di prendere decisioni informate e prepararsi al meglio all’accoglienza del bambino;
  • in molti casi, cresce un bambino arrivato grandicello in famiglia, carico di traumi e con una personalità già strutturata (a volte con rischi sanitari e giuridici), contando per lo più sulle proprie capacità, energie e risorse economiche;
  • sin dall’inserimento del bambino nella scuola materna, si confronta con un mondo impreparato ad accogliere le peculiarità della sua storia familiare e a comprendere le fatiche e i bisogni del bambino;
  • sostiene il benessere e lo sviluppo del figlio durante i momenti più difficili della sua vita: ingresso in famiglia, adolescenza, eventuali crisi adottive, ricerca delle origini;
  • se si presentano difficoltà, si imbarca in percorsi impegnativi come la complicata ricerca di risorse educative, di sostegno scolastico e di aiuti terapeutici adeguati sul territorio;
  • se subentra una crisi adottiva, persevera nel suo impegno, partecipando a terapie e programmi di sostegno familiare, consulenze individuali, programmi di riabilitazione o trattamento;
  • è chiamata a imparare nuove strategie di gestione di conflitti familiari, di riconciliazione durante i momenti di crisi e di apparente fallimento (allontanamento temporaneo), e a esplorare nuove modalità di comunicazione all’interno della famiglia, attraverso la capacità di adattamento e la flessibilità.

Il figlio

  • subisce uno strappo indelebile dal suo mondo e dai suoi affetti, per poi confrontarsi con una realtà nuova, una lingua e una cultura diverse;
  • dopo un’esperienza di istituzionalizzazione (anche lunga) o di affido (anche multiplo), entra in una realtà familiare dove due estranei diventano parte integrante della sua vita e gli viene chiesto di adattarsi in tempi congrui mentre è ancora alle prese con i dolorosi ricordi del suo passato;
  • deve fare i conti con l’evento traumatico dell’abbandono, del rifiuto o della rinuncia da parte dei genitori biologici;
  • lotta per comprendere e affrontare le complesse emozioni legate all’adozione, inclusi i sentimenti di gratitudine, confusione o rabbia;
  • deve confrontarsi con l’accettazione di se stesso e della sua storia, con domande riguardanti la propria identità, la curiosità sulle origini biologiche e il senso di appartenenza;
  • può sentirsi diverso o estraneo rispetto ai suoi coetanei, specialmente se è cresciuto in un ambiente culturale o etnico diverso da quello dei genitori adottivi;
  • può essere oggetto di discriminazione e bullismo per via della diversità somatica e di colore, o di curiosità indesiderata da parte degli altri riguardo alla sua adozione e origine;
  • sente il desiderio di cercare e connettersi con le sue radici biologiche, cosa che può portare a una ricerca di informazioni o a un incontro con i genitori biologici, non sempre compreso, accettato e accompagnato dalla famiglia adottiva.

Che cosa significa dunque formare una famiglia adottiva?

L’adozione è un dono reciproco, è uno scambio arricchente dal punto di vista umano sia per i genitori che per i figli. I genitori offrono amore e sostegno ai loro figli, ma allo stesso tempo ricevono l’opportunità di dare amore e sono gratificati dalla possibilità di creare espandere la famiglia non solo in senso numerico, ma anche emotivo.

Nonostante le difficoltà che possono insorgere lungo il percorso dell’adozione, superarle può portare per tutti i componenti a una grande soddisfazione personale e a una maggiore fiducia nelle proprie capacità.

Essere genitori adottivi vuol dire apprendere e apprezzare nuove prospettive culturali, familiari ed esperienziali, e sviluppare una maggiore apertura mentale e tolleranza. I genitori insegnano ai figli importanti valori e competenze, ma allo stesso tempo imparano dalle loro storie e dal loro bagaglio culturale. Si crea così un processo di insegnamento e apprendimento reciproco.

L’esperienza adottiva come arricchimento personale

La famiglia si arricchisce in termini di qualità e competenze umane, come la pazienza, la flessibilità, la capacità di comunicazione e l’amore incondizionato, che possono portare a una crescita personale significativa.

Attraverso l’esperienza dell’adozione, si può sviluppare un maggiore apprezzamento per le piccole gioie della vita e per i momenti speciali condivisi con la propria famiglia.

Nella famiglia adottiva, il figlio non è un’estensione del genitore, la cartina tornasole del loro valore, ma un individuo unico, libero dalla proiezione narcisistica che talvolta investe le famiglie biologiche.

Poiché non vi è il coinvolgimento corporeo della donna, nella famiglia adottiva entrambi i genitori sono posti sullo stesso piano e chiamati a partecipare attivamente alla crescita e all’educazione dei figli. Soprattutto con i bambini più grandicelli, il tradizionale codice materno che comprende nutrire, prendersi cura, custodire e proteggere, può perdere la sua predominanza, definendo un nuovo equilibrio con il ruolo paterno che può essere arricchente per il bambino.

La famiglia adottiva, un faro in un’epoca di trasformazioni incerte

Nonostante i dubbi persistenti e le preoccupazioni legate alla mancanza del legame di sangue e alle possibili crisi adottive, la famiglia adottiva si distingue come un faro di amore, forza e determinazione in un’epoca di incertezza, dove il concetto di famiglia è in continua evoluzione. La sua lotta si estende oltre la semplice accoglienza di un bambino o il riconoscimento dei nuovi genitori: è una lotta per la stessa idea di famiglia, sottolinea che l’amore va costruito e coltivato nel corso del tempo e che la felicità, per essere davvero tale, va condivisa tra gli esseri umani.

Avvertenza: Le opinioni e i punti di vista espressi negli articoli presenti su questo sito riflettono esclusivamente il pensiero dell’autrice, Alessandra Pritie Maria Barzaghi. Tutti i contenuti sono pensati per offrire spunti di riflessione utili e interessanti, e momenti di approfondimento su tematiche adottive, e non hanno finalità di consulenza psicologica, medica o legale. La riproduzione dei materiali presenti in questo sito è consentita solo previa autorizzazione scritta dell’autrice.

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