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Bussano alla porta

Accidenti, anche M. Night Shyamalan ci casca!

Nel suo nuovo film “Bussano alla porta”, il regista indiano naturalizzato americano inserisce una storia di adozione, quella di Wen, bambina cinese adottata da una coppia omosessuale formata da Eric e Andrew.

La particolarità di questa famiglia introduce soltanto un elemento di originalità, in quanto la vicenda adottiva è sussidiaria al tema principale del film: quattro uomini misteriosi che irrompono in uno chalet, avanzando una proposta inimmaginabile alla famiglia occupante.

Il film si apre con Wen. Ha otto anni e, mentre gioca serena con i grilli nel bosco davanti alla sua abitazione, viene avvicinata da Leonard. L’omone (l’attore Dave Bautista è un ex-wrestler) intrattiene con lei una conversazione amichevole per qualche minuto. Sulle prime diffidente, la bambina gli racconta poi di essere stata adottata da due papà. Si incupisce solo quando spiega come quest’ultima particolarità, cioè il fatto di non avere una mamma, la rende diversa dai compagni di scuola.

Leonard le chiede conto della sua cicatrice sul labbro e Wen gli racconta che si tratta di una malformazione congenita. Si desume quindi che sia stata data in adozione proprio a causa di quel difetto fisico, il labbro leporino. Questo è l’unico elemento di aderenza alla realtà dell’adozione: pare infatti che nelle liste dei minori adottabili in Cina siano compresi tutti i bambini portatori di bisogni speciali e affetti da qualche patologia o malformazione che necessita di cure mediche.

Ad un certo punto, Leonard chiede a Wen di avvisare i genitori del suo arrivo, ma quando si palesano dietro di lui tre strani personaggi che brandiscono armi rudimentali, la bambina avverte il pericolo e corre in casa, scongiurando i genitori di non aprire la porta.

Da questo momento in poi, per quanto concerne il rapporto della bimba con i genitori, si assiste alla solita narrazione stereotipata dell’adozione: Wen è perfettamente adattata, molto affezionata a entrambi i suoi due papà e si mostra persino più avveduta e in gamba di loro.

Attenzione spoiler – Anche la perdita di uno dei due genitori alla fine del film, evento che per un figlio adottivo è in genere connotato da estrema tragicità, di fatto vissuto come un ulteriore abbandono traumatico, a Wen viene fatta superare in modo banale e semplicistico.

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