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Quanto avrei voluto essere adottato da una famiglia più ricca!

  • Tra Apparente Superficialità e Dolore
  • L’Impatto sui Genitori Adottivi
  • Ammettere il Bisogno di Amore
  • Conflitti interiori
  • Difettosità e Ricerca di Difetti
  • Lo Scudo
  • La Vergogna
  • Il Debito di Gratitudine
  • Costruire un Dialogo Aperto e Sincero

Tempo di lettura: 3 minuti

Tra Apparente Superficialità e Dolore

Quando un figlio adottivo esprime il desiderio di essere stato adottato da una famiglia più ricca o manifesta gratitudine solo per la sicurezza materiale, invece di riconoscere il proprio amore e attaccamento per i genitori adottivi, spesso nasconde sentimenti più profondi e complessi.

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Queste dichiarazioni, che possono sembrare superficiali o materialistiche, sono in realtà la punta di un iceberg di emozioni intricate e inconsapevoli che affondano le radici nella difficoltà di elaborare l’inizio della propria storia, l’adozione e il proprio posto nel mondo.

L’Impatto sui Genitori Adottivi

È comprensibile che tali affermazioni spiazzino i genitori adottivi, specialmente le madri, che spesso svolgono il ruolo più accudente e possono sentirsi ferite. Le mamme adottive desiderano vedere contraccambiato il loro amore e veder riconosciuta la loro maternità, che in molti casi è esclusivamente adottiva. Sentirsi dire che il proprio figlio avrebbe preferito una famiglia più ricca o che è grato solo per i beni materiali può essere profondamente doloroso, poiché sembra sminuire la dedizione e l’affetto che hanno donato con tutto il cuore. Questo aggiunge ulteriore frustrazione alle già complesse dinamiche emotive che i genitori stessi vivono, soprattutto se non c’è stata una completa elaborazione del lutto dell’infertilità.

Va detto però che la difficoltà nella comunicazione dei sentimenti da parte del figlio potrebbe derivare dalla famiglia stessa. A volte, nella frenesia quotidiana l’accento è posto sugli aspetti concreti e sulle cose pratiche e materiali, a discapito dei gesti e delle manifestazioni verbali di affetto. A volte, gli stessi adulti per incapacità, fatica o imbarazzo non sono in grado di comunicare correttamente e di esprimere i loro sentimenti.

Ammettere il Bisogno di Amore

Ammettere di aver bisogno di amore e supporto emotivo può essere estremamente difficile per un figlio adottivo, poiché implica una vulnerabilità insostenibile. L’adozione può generare un senso di rifiuto, come controreazione all’abbandono originario subito, rendendo complesso accettare di dipendere in tutto, affettivamente e materialmente, da qualcuno che non è parte del proprio nucleo familiare originale. Dichiarare di essere grati per la sicurezza materiale può sembrare più semplice che riconoscere il proprio dolore per non avere una storia familiare naturale come gli altri, e meno rischioso del dare fiducia e affetto a chi si è fatto avanti a colmare questa mancanza.

La fiducia, in particolare, è un nodo importante per gli adottati. Imparare a fidarsi e ad affidarsi è un processo lungo e faticoso per chi è già stato tradito una volta, nel momento di maggior fragilità e bisogno di cure e affetto, proprio da chi nell’ordine naturale delle cose avrebbe dovuto provvedere a loro.

Conflitti interiori

Per via della loro storia e condizione peculiare, gli adottati vivono costantemente una serie di conflitti interiori che rendono difficoltoso raggiungere una stabilità emotiva ed affettiva nei tempi che molti genitori si aspettano, spesso richiedendo un percorso lungo che può estendersi ben oltre l’età adulta. Alberga in loro una lotta silenziosa tra il desiderio di sentirsi parte della famiglia amorevole che li ha accolti, e il dolore misto a vergogna e senso di colpa per la perdita delle proprie radici, una battaglia che si rinnova ogni giorno e che spesso rimane invisibile agli occhi degli altri.

Difettosità e Ricerca di Difetti

Le persone con storia adottiva possono sentirsi difettose o imperfette, un sentimento radicato nell’esperienza di non essere stati “scelti” dai genitori naturali e da nessuno in particolare, ma di essere stati desiderati soltanto dopo l’abbandono, attraverso un abbinamento più o meno casuale. Questo senso di difettosità può portare a una resistenza nell’accettare l’amore incondizionato dei genitori adottivi. E d’altra parte, cercare difetti nei genitori adottivi può essere un meccanismo di difesa: se i genitori sono imperfetti, allora il proprio sentimento di inadeguatezza può sembrare più giustificabile. In questo modo, l’adottato può mantenere un certo controllo emotivo, evitando di confrontarsi con il dolore e la vergogna del sentirsi in debito per un amore che in fondo teme di non meritare.

Lo Scudo

La gratitudine per i benefici materiali può servire come uno scudo per evitare discussioni più intime e dolorose sull’amore e l’affetto. Dichiarare che “non mi è mai mancato nulla” è più semplice e meno doloroso che affrontare la sofferenza di essere stati rifiutati o di non percepirsi all’altezza delle aspettative emotive dei genitori. Insomma, la gratitudine verso il lato materiale può anche essere una forma di evitare quel conflitto interno e il senso di colpa per il fatto di essere stati adottati.

La Vergogna

La vergogna è un’emozione comune tra gli adottati, spesso derivante dalla percezione di essere stati “abbandonati” una volta e dalla paura che ciò possa ripetersi. Questa sensazione può rendere difficile accettare l’amore altrui. Accoglierlo significherebbe confrontarsi con la propria percezione di difettosità e con l’incredulità di essere degno di amore.

Il Debito di Gratitudine

La gratitudine è un sentimento che sorge in risposta a un’azione positiva ricevuta e che si può ricambiare. Nei rapporti tra genitori e figli, la riconoscenza si esprime attraverso l’impegno a seguire gli insegnamenti ricevuti e a rendere orgogliosi i propri genitori. Di solito, i figli dimostrano il loro debito filiale continuando l’esperienza genitoriale: provvedendo ai propri figli e prendendosi cura dei genitori anziani. Questo processo aiuta i figli a sviluppare l’indipendenza psicologica dai genitori.

Per i figli adottivi, la situazione è più complicata. L’importanza dell’azione positiva ricevuta rende il debito percepito quasi impossibile da estinguere. Questo debito è non solo morale, ma anche esteso a più soggetti: i genitori biologici che non li hanno abortiti e che, rinunciando a loro, hanno permesso una vita migliore; i genitori adottivi che li hanno accolti e li amano come fossero nati da loro; e tutta la comunità che li ha sostenuti riconoscendo la validità dell’adozione. Questa gratitudine estesa, che include anche un livello spirituale e astratto, può diventare un peso difficile da sopportare. Può influire negativamente sulla formazione del carattere, alimentando un senso di disistima e limitando la libertà di scelta. Sentirsi in debito porta con sé il timore di scontentare e deludere i genitori adottivi, e può diventare un macigno che limita la propria autorealizzazione personale. Il senso di colpa originario stavolta sarebbe rivolto verso i genitori adottivi. Per l’adottato è dunque preferibile evitare di portare questo peso ulteriore, sminuendo il valore di chi si prodiga per lui.

Costruire un Dialogo Aperto e Sincero

Per affrontare questi sentimenti complessi, è essenziale che nella famiglia adottiva si crei un ambiente di dialogo aperto e senza giudizi. Riconoscere le emozioni dei figli, anche quelle più difficili da accettare, è un passo cruciale per aiutarli a superare il senso di vergogna e inadeguatezza. La comprensione e l’accettazione dei loro sentimenti possono facilitare una maggiore apertura e sincerità, permettendo ai figli di sentirsi veramente amati e accettati per quello che sono e per quello che sentono.

In conclusione, quando un figlio adottivo esprime solo soddisfazione e gratitudine per la sicurezza economica, spesso si cela una richiesta più profonda di comprensione e amore. Accettare e affrontare questi sentimenti forti con empatia e pazienza è fondamentale per aiutarlo a superare le sue paure residue. Allo stesso tempo, è importante che i genitori adottivi riconoscano il proprio dolore e la propria frustrazione, mantenendo però la sicurezza del loro ruolo senza lasciarsi mortificare da affermazioni-scudo spesso passeggere.

Avvertenza: Le opinioni e i punti di vista espressi negli articoli presenti su questo sito riflettono esclusivamente il pensiero dell’autrice, Alessandra Pritie Maria Barzaghi. Tutti i contenuti sono pensati per offrire spunti di riflessione utili e interessanti, e momenti di approfondimento su tematiche adottive, e non hanno finalità di consulenza psicologica, medica o legale. La riproduzione dei materiali presenti in questo sito è consentita solo previa autorizzazione scritta dell’autrice.

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