“È difficile crederci, quando uno ha conosciuto solo dolori, perdite e abbandoni. Lo so, perché ci sono passato anch’io. Io sono un orfano esattamente come voi.”
Così, negli spogliatoi, il coach Rusty motiva la sua squadra composta da 12 ragazzi abbandonati dalle loro famiglie.
Quando un insegnante è anche un educatore in grado di far emergere le potenzialità dei suoi studenti più sfortunati, i miracoli sono presto fatti.
Voglio condividere con voi questo gioiellino che ho trovato su Netflix. Magari non amate il football, del resto nemmeno a me entusiasma, ma si tratta di una storia appassionante che va oltre uno sport spettacolare e al tempo stesso dall’aspetto violento.
“So cosa significa non avere una mamma e un papà che fanno il tifo per te sugli spalti.” Continua Rusty. “Io vi guardo ragazzi e posso dire di essere orgoglioso di essere un orfano. Non mi vergogno e non mi sento svilito. Sono un potente guerriero. Ripetete con me: io valgo, credeteci. Io ho un valore. Credeteci perché è vero.”
“12 Mighty Orphans” è un buon film con un grande cast: Luke Wilson, Vinessa Shaw, Martin Sheen, Robert Duvall, Treat Williams. Ambientato nell’America degli anni ’30, racconta una storia vera: nel 1927, Harvey Nual “Rusty” Russell, che conduce una vita privilegiata, rinuncia a un prestigioso incarico per accettarne uno da tutti giudicato di poco conto: insegnante di materie scientifiche e allenatore di football alla Masons House a Fort Worth, un orfanotrofio nello Stato del Texas.
Masons House era un istituto governativo per orfani aperto nel 1889, che in quegli anni ospitava circa 160 ragazzi e ragazze. Durante la Grande Depressione, le famiglie americane avevano dovuto affrontare una crisi senza precedenti, e molti bambini venivano affidati agli orfanotrofi. I più grandi erano destinati a rimanerci fino alla maggiore età, mentre i più piccoli avevano la speranza di venire adottati. Gli orfani erano considerati persone di serie B dalla società, ma il coach Rusty diede loro la speranza di un futuro possibile.
Insieme alla moglie Juanita, anche lei insegnante, Rusty mette in atto un programma di recupero con didattica al mattino e sport nel resto della giornata. Per quei giovani analfabeti e gracili, ormai rassegnati a subire percosse e umiliazioni, sfruttati con il lavoro minorile, il football diventa una risorsa e un lasciapassare per una vita migliore.
Rusty Russell all’epoca aveva solo trentadue anni, ma era già segnato dagli orrori vissuti sulla propria pelle al fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Instillò nei suoi studenti la passione per lo sport, arrivando a far competere una squadra senza scarpe e pallone, nei campionati ufficiali, grazie a strategie di gioco innovative. Per la sua opera meritevole, è ricordato nella storia del football americano, ed è parte della Hall of Fame degli sport del Texas.
“Il fatto di essere orfani (Orphans) era diventato qualcosa da dire con orgoglio.” Recita il narratore nel film. “Furono presi in simpatia. Divennero fonte di ispirazione e di speranza.”
Questa è una stupenda storia di riscatto di un gruppo di giovani considerati a perdere dalla società. Ben motivati dal loro insegnante, attirano l’attenzione dell’opinione pubblica e dell’allora Presidente Roosevelt, suscitando l’affetto delle persone e guadagnandosi l’appellativo “Mighty Mites”. Di fatto, questi orfani vennero adottati dal popolo americano.
Con i titoli di coda scorrono le foto dei veri protagonisti, insieme al racconto delle grandi conquiste individuali che furono in grado di ottenere grazie alla fiducia del loro insegnante.